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  • kamo1957

RICORDO DI VIAGGIO. La spiaggia di Corfù

Qui la leggenda dice sia avvenuto l'incontro tra Ulisse e Nausicaa, principessa dei Feaci. Ulisse vede le ragazze che giocano, aggraziate bellissime. In quel momento si rende conto di essere abbruttito dal naufragio e spaventevole per le fanciulle, macerato dal sole, dal sale marino e dalla sabbia. Per la prima volta Ulisse si ferma. Nulla l'aveva fermato. Non l'ostilità di Poseidone, non la furia di Polifemo, non la malia delle sirene o di Circe. Ora invece è fermo. Non osa muoversi. Sa di essere nella terra dei Feaci, brava gente che lo aiuterà a tornare ad Itaca, la sua meta, da sua moglie Penelope, la donna che ama, la sorella di Elena, la più bella delle belle. Eppure Ulisse rimane tra le canne che lo coprono, immobile, perché guardando quelle fanciulle si rende conto che sono passati 20 anni, 20 anni di guerra inutile e si vergogna di sè, di ciò che è diventato dopo 20anni di Guerra, abbruttito dal naufragio, lui che era giovane come loro quando era partito per la Guerra e ora è un uomo adulto, alle soglie della vecchiaia. E così sarà la donna che ama, che era come quelle fanciulle, bellissime, quand'egli era partito. L'Odissea, il poema del viaggio, non è solo un viaggio geografico è un viaggio interiore, nelle emozioni e nei sentimenti di Ulisse e degli altri viaggiatori. In quel momento ad Ulisse saranno riecheggiate le parole di Achille. Alla delegazione degli Achei (di cui anche Ulisse fa parte) inviata da Agamennone per convincerlo a tornare sul campo di battaglia, Achille risponde :" sono dolente di dovermi rifiutare proprio a voi, che siete tra gli Achei coloro che mi sono più cari, ma dovete sapere che certo la Guerra è bella perché permette di conquistare regni, ricchezze, donne (... petrolio, oppio) ... eppure c'è una cosa che la Guerra non può conquistare: il Tempo e la Vita. E la Vita perduta in Guerra è per sempre perduta." Omero mette in bocca al più guerriero dei guerrieri (proprio come Gino Strada: non un pacifista) la più straordinaria dichiarazione di Guerra alla Guerra mai formulata. Sappiamo che Ulisse rimane immobile finché la palla cade vicino alle canne e le fanciulle, bellissime, lo vedono. Come aveva temuto le fanciulle si spaventano, tutte scappano, ma non la principessa che lo ospitò, lo fece lavare, ripulire, rivestire e lo invitò alla sua tavola. Alla cena era presente un aedo che allietava i commensali con le sue canzoni. Le canzoni amate da quegli uomini erano le storie degli eroi che avevano combattuto sotto le mura di Troia. Quando Ulisse ascoltò il canto dell'aedo cominciò a mostrare un forte turbamento (che Nausicaa non mancò di cogliere) fino a piangere disperatamente quando l'aedo arrivò a cantare la fine della grande Città. Tutti i Feaci allora compresero che l'ospite straniero era di coloro che avevano combattuto a Troia... Tutti i nostòi, i poemi dei ritorni, sono durissime denunce della Guerra. Nessuno di coloro ch'era partito contro Troia ritrova ciò che aveva lasciato. Tutti perdono i regni che avevano e le loro spose. Partiti per conquistare gli Achei perdono tutto ciò che avevano. Il responsabile della Guerra, Agamennone, si ritroverà la Guerra nella sua casa, nel suo letto. Omero e gli aedi non omisero nulla. Non si può fare a meno di confrontare quegli uomini, quei 20 anni di Guerra e noi. A differenza di Omero e degli aedi, noi sopportiamo quotidianamente servi pennivendoli che cercano di dimostrare che 20 anni di Guerra non sono stati inutili, a qualcosa sono serviti, qualche donna afgana ha letto qualche libro, qualcuna ha addirittura fatto qualche corsetta senza il burqa... quanto è miserabile il nostro Tempo rispetto alla superiore consapevolezza degli Antichi! Il nostro Tempo, così supponente per tutta la nostra Tecnologia, proprio sulla Guerra mostra la superiorità Spirituale, culturale e morale degli Antichi. Come avrebbero riso (si sarebbero spanciati! ) della pretesa degli yankee di imporre il loro Imperio sul Mondo! Per gli Antichi chi peccava di hybris era maledetto con tutta la sua discendenza, ignobile agli uomini, agli dei e perfino alla Terra, che avrebbe combattuto contro di lui, proprio come la Foresta di Macbeth. Quando Virgilio deve fondare un Imperio legittimo di Roma sul mondo Antico deve ricercarlo da una discendenza dai vinti troiani: nessun potere duraturo poteva fondarsi sui vincitori Achei, su coloro che avevano peccato di hybris (il ricordo che faceva disperare Ulisse) ammazzando donne vecchi bambini sulle mura di Troia. L'immagine di Enea, vinto profugo con il padre sulle spalle e il figlio per mano è un'immagine che potrebbe apparire alla nostra esperienza quotidiana dei media. Ebbene proprio quell'immagine è, per Virgilio, il fondamento di un nuovo Imperio sul Mondo Antico. Quante donne vecchi bambini hanno ammazzato gli yankee? Quanti profughi hanno provocato? Possibile che nessuno di loro (e noi con loro) pensi di non dover pagare per questa hybris, di non risultare infami agli uomini agli dei alla Terra?



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