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  • kamo1957

RICORDO... LA CREDENZA

Aggiornamento: 21 set 2021


Sono nato in casa, con l'aiuto dell'ostetrica, come usavano allora gli inurbati dalla campagna. Mentre l'ostetrica aiutava mamma, il babbo cercava di procurare all'ostetrica ciò di cui aveva bisogno e, sempre guardando mamma, andava alla porta perché suonavano. Era mattina presto quel 12 febbraio e i vicini, prima di andare al lavoro, passavano per sapere se ero nato, se tutto andava bene, se c'era bisogno... Il vicinato a Bologna allora era una cosa seria, era una società di mutuo soccorso ma anche un'associazione ricreativa. Il babbo ha sempre avuto un forte senso della forma e se suonavano alla porta lui li invitava e offriva un caffè o un bicchiere di vino. Siccome era mattina un caffè lo accettavano tutti. Così il babbo seguiva due caffettiere, gli ospiti in casa, sentiva l'ostetrica, guardava sempre mamma e andava alla porta perché suonavano di nuovo. Quando nacqui l'ostetrica mi diede al babbo e continuò a curare la mamma. Il babbo che seguiva le due caffettiere, gli ospiti con il caffè (qualcuno aveva accettato anche il vov...), guardava sempre mamma e suonavano alla porta, mi ripose nella credenza. La credenza è un mobile importante della nostra campagna. Il nome gli viene da Fra' Dolcino e dalla sua comunità. Chi diveniva Apostolico dolciniano riponeva i suoi beni nella credenza e da quel momento divenivano proprietà collettiva. Entrare nella comunità significava acquisire la CREDENZA, sia in senso materiale che spirituale. Come scrisse il Grande Inquisitore Eymerick : "per i dolciniani OMNIA SUNT COMMUNIA ". Sempre, quando raccontavano di quel 12 febbraio, babbo e mamma ricordavano divertiti l'episodio della credenza. Senza esserne consapevoli sono convinto che ne avvertissero il significato simbolico. Con il suo gesto il babbo ha definito il mio destino. C'è stato un tempo in cui una CREDENZA bastava a formare una comunità antagonista, con un sentire ed un sapere comuni. Oggi che tutto sembra essere stato spazzato via, forse questi nuovi social (vituperati osteggiati scherniti...) possono essere usati per creare un sapere e un sentire comuni, proprio come la CREDENZA.

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