20 luglio Genova, ore 17,27: il Piccolo Grande Uomo cessava di vivere. Aveva visto un'arma puntata contro i manifestanti e lui non poteva tollerarlo. Certamente Carlo avrebbe sottoscritto quel che diceva Simon Bolivar : "nulla può giustificare un soldato che leva l'arma contro il suo popolo! ". Non sapeva che quel giorno era accaduto più volte, così come era accaduto più volte che cariche violentissime si alternassero a repentine ritirate. Sono tattiche militari che si usano quando si vuole suscitare una reazione. Ma Carlo non poteva immaginare che si potessero usare tattiche di guerra contro il proprio popolo e che quel Defender rimasto indietro potesse essere una trappola. Decise di affrontare quell'arma e vide un estintore. Ma era esile Carlo, così esile che poteva avvolgersi un nastro da pacchi attorno al braccio. Era esile ma era il più forte perché come disse Maria Cervi (figlia di uno dei 7 Fratelli) : " si comportò come si sarebbe comportato un partigiano". Era esile Carlo ma era il più forte perché non morì subito. Il suo corpo dice che, già a terra, fu colpito con una pietra. Il depistaggio organizzato voleva una pietra sulla scena della sua morte e pietra fu. Piazza Alimonda divenne un 'arcaica ara sacrificale in cui fu compiuto un sacrificio umano alle nuove divinità della globalizzazione.
(L'immagine è di M Ireneo Di Meo che ringrazio)
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