I libri di storia, quando ci raccontano del primo conflitto imperiale dell'Occidente (il conflitto tra Roma e Cartagine), ci consegnano l'immagine di Catone, che interviene sempre in Senato per perorare la distruzione di Cartagine. Nulla ci viene detto invece di Scipione Nasica che interveniva per dire esattamente l'opposto. Secondo Nasica Roma aveva bisogno del conflitto con Cartagine. Quel conflitto la costringeva ad essere migliore militarmente e socialmente, a chiarire i suoi principi (il Diritto, la pietas di Enea...). Senza Cartagine Roma sarebbe stata travolta dall'hybris, dall'eccesso, avrebbe perso la misura, il senso del limite... Oggi sappiamo che Scipione Nasica aveva ragione e che, dopo la sconfitta di Cartagine iniziò lo sviluppo del latifondo, la diffusione dello schiavismo e la decadenza romana. Lo stesso può essere detto dell'Impero americano. La caduta dell'Impero sovietico ha reso inutili le concessioni ai lavoratori a cui la concorrenza con l'URSS li aveva costretti. Ora USA e sistema capitalistico potevano fare a meno dello Stato sociale, della scuola, della sanità pubbliche e di tutti i servizi sociali che, nel mondo occidentale avevano potuto ottenere la generazione di mio padre e la mia generazione e che, con la caduta del muro non hanno più mio figlio e mio nipote. La caduta del muro ha imposto l'eccesso, l'hybris del sistema capitalistico che, schiacciando i lavoratori, si avvia, come Roma, al neoschiavismo e ad un cupio dissolvi che può trascinare tutto il pianeta. E non c'è stato neppure un Scipione Nasica dell'Occidente a dimostrare la miseria degli intellettuali moderni rispetto al sapere antico.
kamo1957
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