La mattina del 2 agosto 1980 ero a casa. Non ricordo cosa facevo, probabilmente studiavo. All'improvviso il telefono:
"Buongiorno. Qui è il Pronto Soccorso. Le comunichiamo che sua mamma è salva, sta bene."
"In che senso?"
"C'è stata un'esplosione, in Stazione, dove sua mamma lavora. Ma lei sta bene."
"Ma come?" Clic.
Non capisco. Provo a chiamare la CIGA, la ristorazione della stazione dove mamma lavora. Nessuno risponde. Decido ( chissà perché? ) di scendere in strada, a Corticella, dove abito. La gente si parla dalle finestre come nei bassi di Napoli.
"Hanno messo una bomba in stazione. Ci sono tanti morti!"
"Ma non è possibile! Ancora?..."
Nei giorni successivi i giornali cittadini (Carlino, Repubblica, L'Unità...) ricevettero lettere di bolognesi che chiedevano che l'orologio della Stazione segnasse per sempre le 10.25. La sensazione che il Tempo si è fermato, che un Tempo è finito, ha radici profonde. In tutte le grandi fratture rivoluzionarie il popolo avverte che il Tempo ordinario, quotidiano, è saltato e lo stra-ordinario irrompe nel Tempo. Il popolo bolognese sentiva che non si poteva più vivere come prima, perché c'era chi tramava nell'ombra, c'era chi ci aveva dichiarato guerra. Fascisti, piduisti, gladiatori, mafiosi erano scesi in guerra contro di noi, contro Bologna, la rossa. Ma noi non lo sapevamo. Eppure avevano già iniziato, con l'Italicus. Eppoi continuarono con il Rapido 904. E ancora : ci fu la Uno Bianca. Poliziotti che fingevano di rapinare, ma facevano stragi. Erano anch'essi, i fratelli Savi, gladiatori. E il popolo bolognese continuò a morire. Nessuno lo difese realmente, a parte i Famigliari delle Vittime, che continuano a cercare la Verità. E nessuno elaborò e rese consapevole la sensazione che il Tempo era finito.
LA RAZZA PADRONA FA LE GUERRE SENZA DICHIARARLE. LA RAZZA PADRONA AMA LA CACCIA SELVAGGIA : LORO ARMATI E TUTTI GLI ALTRI A CORRERE DISARMATI. COME IL NAZISTA NORVEGESE SULL'ISOLA DI UTOYA.
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