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kamo1957

17 GENNAIO 1961. DUE CASE.

Aggiornamento: 8 feb 2023

È difficile pensare che queste due case possano avere qualcosa in comune. Sono molto distanti nello spazio geografico e nella funzione abitativa che svolgono. Una si trova al Nuevo Vedado all'Avana, l'altra a Corticella, periferia di Bologna. Una era la casa di un Ministro del Governo Cubano, l'altra un caseggiato di lavoratori bolognesi. Eppure il 17 gennaio del 1961 queste due case erano in lutto. Ho un ricordo nitido di quel giorno. Entro in casa e avverto subito che c'è qualcosa di strano. Chiedo ripetutamente, come poi mi dissero facevo spesso da piccolo. Quella volta però i grandi sembravano restii a rispondere. Soltanto lo zio Idalgo dopo un po' disse solo: " I an coupe' Lumumba (hanno ucciso Lumumba)". Da come lo disse capii che era successo qualcosa di atroce. Patrice Lumumba aveva detto : " Non è possibile che tutte le ricchezze del Congo (diamanti oro rame...) finiscano in Belgio e in Congo rimanga solo la miseria." Tutti i neri del Congo avevano votato per lui, anche le tribù più ostili fra loro. I Belgi allora lo fecero ammazzare dai loro sgherri. Molto tempo dopo un Ufficiale dei para' belgi raccontò che purtroppo erano dovuti intervenire direttamente perché quei cialtroni dei loro sgherri non avevano fatto un buon lavoro. Dalla fossa in cui avevano gettato Lumumba e due suoi compagni fuoriuscivano le mani. Quei testoni neri non potevano capire che se Lumumba veniva identificato sarebbe divenuto meta di pellegrinaggi da tutto il Congo. L'ufficiale allora sciolse con l'acido le mani di Lumumba e dei suoi, proprio come avrebbe potuto fare un killer di Mafia. Nessuna differenza tra uno Stato colonialista e Cosa Nostra. Quel giorno nella sua casa al Nuevo Vedado il Comandante Ernesto "Che" Guevara decise che sarebbe andato in Congo, per cercare di fargliela pagare a quegli assassini. Oggi è chiaro che se gli assassini di Lumumba ( eppoi di Cabral, poi di Samora Machel, poi di Shankara...) fossero stati presi e giustiziati l'Africa non si troverebbe nelle condizioni attuali e non dovremmo affrontare il problema di una migrazione epocale. Fare "como El Che"( y como Cuba) era l'unico modo serio e vero "di aiutarli a casa loro". Ha fatto più il Che ( con il suo esempio) per impedire la migrazione dall'Africa di tutte le chiacchiere dei politici italiani ed europei. Quel che accomunava le due case era l'Internazionalismo Proletario. È impossibile oggi, che li si lascia morire in mare, immaginare che un lutto africano potesse essere un lutto anche all'Avana e a Bologna. Certo ha ragione Dostoevskij, sarà la Bellezza a salvare il Mondo, però anche l'Internazionalismo Proletario potrebbe aiutare. L'Internazionalismo Proletario rende il mondo migliore nel senso greco classico di kalos (più bello) e agthos (più buono).







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