Riflettendo su Caporetto Gramsci ne traeva il modello teorico del “Cadornismo”, dal nome del personaggio storico responsabile militare della battaglia. Gramsci procedeva come Machiavelli traendo dei modelli scientifici dalla Storia. I modelli di Machiavelli anticiparono i modelli di laboratorio della fisica di Galilei. Con Cadornismo Gramsci indicò l’atteggiamento del generale Capo di Stato Maggiore che ripeteva ottusamente uno schema di azione e di comportamento bellico nonostante i costanti insuccessi. Cadorna (come i generali francesi) pensava che la guerra napoleonica (guerra offensiva) fosse applicabile nonostante la mitragliatrice. Costoro continuavano a fare la guerra nello stesso modo di Napoleone, incuranti dei cambiamenti tecnici. Erano perfettamente convinti che i loro schemi fossero giusti e che i fallimenti dipendessero dall’incapacità dei soldati. A Cadorna si deve il primato italiano della Decimazione, la fucilazione a sorteggio dei propri soldati “colpevoli” di disobbedienza. Pur in un periodo minore di guerra rispetto agli altri eserciti, il Regio Esercito è riuscito ad avere il primato di soldati “decimati”. Uno degli ufficiali più solerti nella decimazione fu il fascistissimo Andrea Graziani (poi Luogotenete Generale della Milizia). Il regime fascista incensò Cadorna, considerandolo un precursore. Gramsci usava il modello del Cadornismo oltre l’ambito militare. Vedeva Cadornismo in molti dirigenti del PSI. Avrebbe senz’altro considerato Cadornismo l’attuale neoliberismo economico che massacra le popolazioni senza mai uscire dalla crisi. Avrebbe considerato Cadornismo i capi dei partiti di sinistra e dei sindacati che da 30 anni non riescono a vincere un conflitto sociale. E come per Cadorna, per tutti costoro, la “colpa” dei fallimenti è sempre dei lavoratori e delle popolazioni viziose e fancazziste.
La Brigata Catanzaro soffrì più di tutte l’ottusità criminale di Cadorna. Sempre in prima linea : per due volte vide quasi dimezzata la sua truppa. Composta di calabresi, siciliani, campani, pugliesi, non c’erano mai licenze dopo la prima linea. Erano bravissimi, molto valorosi. Ad Asiago sul Monte Mosciagh ripresero con attacchi alla baionetta i cannoni perduti. La straordinaria predilezione per la lama (essenza del samurai) dei nostri soldati del sud : elemento che li accomuna ai garibaldini, ai pirati e ai popoli del Mediterraneo. Eppure furono loro a subire la prima decimazione. E sempre loro furono protagonisti della prima vera e seria rivolta del Regio Esercito, il 15 luglio 1917, in seguito all’ennesimo rifiuto di licenze. Furono uccisi gli ufficiali, la zona di Santa Maria La Longa (Friuli) passò sotto il controllo degli insorti. Venne attaccato il villino in cui risiedeva Gabriele D’Annunzio considerato il responsabile morale della guerra, ma purtroppo il Vate non era in casa. Furono circondati dai carabinieri, dall’artiglieria, dall’aviazione, ma ci volle tutta la notte per domarli.
LA LOTTA DELLA BRIGATA CATANZARO CONTRO IL CADORNISMO NON VA DIMENTICATA E DEVE ESSERE RIPRESA !
(nella foto : soldati della Brigata "infoibati" : non solo i comunisti slavi infoibavano. Strano che questi morti non vengano ricordati tra i morti delle foibe, evidentemente non li si considera italiani...).
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